06/03 Predaia - GrEsGa

Vai ai contenuti
Privacy e Cookies Policy

06/03 Predaia

Diario di Bordo > 2019
Val di Non
Altopiano di Predaia
06/03/2019
Val di Non...ed eccoci subito pronti a mordere una succosa e saporita mela, magari in riva al lago di Santa Giustina, mentre meravigliati ci gustiamo il grandioso panorama dolomitico del Brenta. Ma oggi non ci accontentiamo di guardare le montagne dal basso, e così abbandonato il fondo della Val di Non e risalita alla nostra destra la SP13, su in alto approdiamo sull’idilliaco e solare altopiano di Predaia, un tranquillo balcone che sospeso sopra le trafficate Valli d’Adige e di Non, oltre a regalare maestosi panorami è garanzia di splendide e sicure escursioni in tutte le stagioni.

Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio di Passo Predaia (1254m) e vagando tra la setosa prateria che separa la pista da scii dal margine del bosco, accompagnati da un taciturno amico a quattro zampe che fin da subito si aggrega alla compagnia imbocchiamo il pianeggiante sentiero 503 che a S/E porta al rifugio Predaia “Ai Todes’ci” (1400m, 40min), primo pitstop della giornata e ottima occasione per immortalare la meravigliosa vista sul Brenta, che dal lato opposto della val di Non ci mostra il suo versante settentrionale. Persistendo sul segnavia 503 che da qui in poi ricalca il tracciato della comoda strada forestale proveniente dal sottostante rif. Sores (alternativo punto di partenza per l’escursione), prestando attenzione nelle zone d’ombra dove l’insidia del ghiaccio è sempre pronta e tralasciando strada facendo il bivio per malga Coredo, proseguendo sul pianeggiante tracciato della forestale ad est ci portiamo a malga Rodeza, meglio conosciuta come “malga di Tres” (1570m, ore1), dove oltre il Brenta dinnanzi a noi possiamo ammirare il Corno di Tres. Abbandonato a questo punto il segnavia fin qui seguito e passando accanto alla croce che si erge alle spalle della malga stessa, camminando verso nord sul segnavia 526, ecco che tra prato e bosco in alto giungiamo sulla “Costa Larga”, l’aereo crinale che a oriente s'affaccia sull’ampio solco della Val d’Adige e i suoi centri abitati (1620m, 25min), e dove nemmeno la leggera foschia che regna nell’aria ci impedisce la vista sulla Valsugana e i dirimpettai altipiani. Proseguendo a questo punto verso nord lungo il panoramico segnavia 500, arrivati ad un ennesimo cambio di pendenza abbandoniamo il crinale per digradare alla nostra sinistra giù dall’invitante impluvio della "Val della Lama", terminando così la nostra discesa al crocicchio tra il sentiero proveniente dal rifugio Predaia con la rotabile che a destra perviene dai Sette Larici (30min), proprio nel punto in cui quest’ultima, ripiegando con una stretta curva su se stessa, per erta e faticosa salita ci porta nella radura della nuova Malga di Coredo (1565m, 30min). Seduti sulle comode panche sistemate all’esterno della malga, tra un morso al panino e un bicchiere di caldo tè, in compagnia del fido cane che fin qui non ci ha mai mollato consultiamo la mappa del posto, alla ricerca di tracciati alternativi che ci permettano di tornare al nostro punto di partenza senza dover ricalcare la strada fin qui già fatta.
Ritornati così brevemente sui nostri passi, poco più in basso decidiamo di abbandonare la strada che ci ha portato fin qui per digradare direttamente giù nell’intricato bosco alla nostra destra, dove affidandoci ad incerte tracce timidamente tratteggiate sulla carta e confortati da pochi sassi colorati di rosso che di tanto in tanto emergono dalla neve, intersecata più in basso la precedente forestale (1390m, 40min) che stavolta seguiamo a nord per i Sette Larici, ecco che deviando poco più avanti sulla prima diramazione che stacca alla nostra sinistra, ricalcando tratti del circuito “Predaia super Bike” e disegnando nuovi tracciati nell’innevato e inviolato sottobosco, come agili sciatori infine sbuchiamo direttamente sul parterre d’arrivo delle piste da scii (45min), dove salutato l’amico Oki che nel frattempo ha ritrovato i suoi amati padroni, si conclude la nostra avventura sull’altopiano di Predaia.
Dislivello assoluto 366m.
Tempo di cammino ore 4:30.
Lunghezza tragitto Km 12.
                                        
Torna ai contenuti