23/04 Lago della Vacca - GrEsGa

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23/04 Lago della Vacca

Diario di Bordo > 2015
Adamello
Dal Gaver al lago della Vacca
23/04/2015
Incastonato tra la Valcamonica e la Valsabbia, lì alle scabre pendici della Cima delle Terre Fredde, di Cima Galliner e del Cornone di Blumone, il Lago della Vacca è tra i laghi alpini più frequentati del Bresciano. Un curioso nome il suo che sembra derivare dal monolite in granito che lì vicino assomiglia vagamente ad un bovino, mentre nella cartografia austriaca del 1856 figurava con il nome di “Lago di Laione”.

Lasciata l’auto poco oltre la pittoresca locanda del Gaver (1500m), nei pressi della vicina chiesetta alpina imbocchiamo l’erta mulattiera del segnavia 17, un comodo sentiero che passando per malga Laione di Sotto porta fin alla sovrastante e solare terrazza di malga Laione di Mezzo (1824m, 40min), ideale punto panoramico con vista sul dirimpettaio M. Bruffione dove le nostre vie d’andata e ritorno si dividono. Poco oltre la malga abbandoniamo l’agevole mulattiera per deviare sull’anonima ma ben evidente traccia che alla nostra sinistra traversa il verde pascolo per risalire poi nel folto dei mughi che ricoprono le pendici orientali della Corna Bianca, un'impegnativa salita dove calpestando la prima neve della giornata su in alto approdiamo ai piedi della pallida piramide rocciosa (2020m, ore1). Lasciando malga Cadino in basso alla nostra sinistra e mantenendoci alti sull’acciottolata mulattiera che dritta a nord ora aggira il versante occidentale della Corna Bianca stessa (segnavia 19), ecco che d’improvviso la spessa coltre nevosa ci obbliga a digradare leggermente nella conca del Lago nero di Cadino, una breve digressione che permette d’intercettare sull'opposto versante il trasversale tracciato del segnavia 18, altra pianeggiante mulattiera ben lastricata in pietra che proveniente da cima Terre Fredde converge anch’essa verso l’originale masso dalla fantasiosa sembianza bovina di Passo della Vacca (2359m, ore1:30). Ai piedi dell’evocativo monumento granitico abbiamo il tempo per uno scatto fotografico, prima che l’improvviso battito d’ali di un’elegante pernice bianca ci inviti a proseguire sul breve tratto di sentiero che cala in riva al Lago della Vacca (2360m, 20min), un immobile specchio d’acqua ancora stretto nella morsa del gelo che rappresenta la meta della giornata.
Senza lasciarci tentare dall’invitante terrazza del rifugio Tita Secchi che là difronte a noi è già occupata da una bella compagnia, baciati dal sole e sotto un cielo incredibilmente azzurro troviamo comunque il posto giusto per accomodarci all’asciutto e consumare il nostro spuntino rimanendo al di qua della diga, prima d’imboccare il segnavia 17. Un accidentato sentiero ancora innevato dove la scivolata è sempre in agguato, e che traversando a mezza costa il dirupato versante settentrionale delle Creste di Laione porta sul piccolo pianoro del Casinetto di Laione (1930m, ore1:10), dove i poveri resti di muri ormai crollati sono un’ottima occasione per una sosta di mezzavia. Da qui in poi il sentiero si fa sempre più agevole e sicuro, e deviando con un ampio giro a sud verso l’ormai vicina malga Laione di Mezzo (15min), ecco che intercettata lì la mulattiera risalita al mattino, a ritroso e senza fatica alcuna a questo punto torniamo tranquillamente al nostro punto di partenza (40min).
Dislivello assoluto 940 m.
Tempo totale di cammino ore 5:35.
Lunghezza tragitto Km 13.                                         
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