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31/07 M. Fravòrt

Diario di Bordo > 2025
Lagorai
Monte Fravòrt
31/07/2025
Di buon mattino, con l’aria fresca e poca gente in giro eccoci qui nell’estremità più occidentale della lunga catena montuosa del Lagorai. Circa 70 chilometri di roccia porfirica color ruggine, che dalla Panarotta a Sud-Ovest fino a Passo Rolle a Nord-Est separa di fatto le nordiche valli di Fiemme e Travignolo dalla meridionale Valsugana. Un territorio pressoché incontaminato dove, eccezion fatta per gli impianti di risalita del Cermis, Passo Rolle, San Martino di Castrozza e Panarotta, per il resto la natura è ancora protagonista assoluta.

Con il viavai di nuvole che sopra le nostre teste giocano a rimpiattino tra le cime dei monti, nel piazzale del chalet Panarotta (1760m) siamo pronti a incamminarci sul segnavia 325, un tranquillo e pianeggiante stradello che verso nord s’infila da subito nel bosco, e che passando strada facendo sotto la linea della seggiovia s’innalza poi fin al valico di località “La Bassa” (1834m, 40min), ampia ed erbosa sella questa che tra il Fravort e la Panarotta offre un primo scorcio sulla Valsugana e il suo fiume. Girate le spalle alla cima della Panarotta e proseguendo a nord sulla mitica “Translagorai”, là dove l’erba sfuma tra le rocce ci ritroviamo ben presto ad arrancare sull’erto sentiero che nel rado lariceto sale fin sull’anticima meridionale del Fravòrt (2037m, 40min), un arrivo tutto in salita che viene premiato con un bel affaccio sull’abitato di Pergine e la Val del Fersina. Conquistata così la prima altura del giorno conosciuta come “Fontanella”, ben saldi in groppa alla dorsale del Lagorai ci abbassiamo leggermente nell’ondulato pascolo del “Pian dei Cavai”, un tratto pianeggiante dove poter tirar fiato prima d’attaccare il successivo pendio, altro erto e interminabile sentiero che stavolta arrampica senza sosta fin sulla cima principale del Fravòrt (2347m, ore1), strategica vetta a cavallo tra la Val dei Mòcheni e la Val Portella che ancora oggi conserva trincee e manufatti della Grande Guerra. Interrompendo qui il proseguo del sentiero per la successiva cima del Gronlait, con la testa tra le nuvole e l’aria pungente che non dà tregua, ci accontentiamo di un fugace sguardo sull’interminabile sequela di monti e valli che a perdita d’occhio si disperdono fino all’orizzonte, prima di rintanarci nel vicino bivacco, il posto giusto questo per consumare il nostro rancio, e vista la temperatura non proprio estiva, approfittarne anche per indossare qualcosa di più asciutto e caldo, prima di chiudere la porta alle nostre spalle e iniziare il rientro a valle. Archiviata così l’idea di proseguire per giri più ampi e mete più ambite, con un strategico dietrofront non facciamo altro che tornare giù nel Pian dei Cavai prima di risalire nuovamente sul dosso della Fontanella, dove tra l’andirivieni di chi ancora sale e di chi invece già sta scendendo, ecco che nel bel mezzo del sentiero d’improvviso ci ritroviamo dinnanzi a una signora infortunata stesa dolorante lì a terra, una banale scivolata che ha richiesto l’intervento del soccorso alpino, un incidente di percorso per fortuna non poi così grave, ma che in questi contesti ci si augura non debba mai capitare.
Giusto il tempo d’avvistare l’elicottero del 112 che nel frattempo il marito lì accanto aveva già allertato, e a noi non resta che salutare la coppia con un scaramantico “in bocca al lupo”, prima di proseguire la nostra discesa fin giù tra i pascoli di località “La Bassa”, dove rinunciando anche alla salita della Panarotta e limitandoci a tornare a ritroso sul sentiero del mattino, senza più nessun imprevisto terminiamo in bellezza al nostro punto di partenza (40min).
Dislivello assoluto 587m (↑625m, ↓642m).
Tempo in cammino ore 4:00.
Lunghezza tragitto Km 11.
                                               
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