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21.9 Val di Concei

Diario di Bordo > 2011
21.9.2011  
dalla Val Concei al rif. Pernici
Abbandonata a Pieve di Ledro la valle maestra e proseguendo verso Lenzumo su per la laterale val Concei, prima di entrare in paese e affidandoci lì all’indicazione per il rif. Pernici, voltando a destra nei pressi di un capitello e transitando strada facendo vicino a una segheria, sempre su strada asfaltata e solo un po’ più stretta, dopo pochi chilometri lasciamo l’auto nel piccolo spiazzo antistante un vecchio fienile (920m circa), proprio là dove il sentiero n°403 abbandonata la carrozzabile si infila nella “Val da Vai”.

Dopo aver superato un prato e un ultimo vecchio fienile “Bortolimec” iniziamo a risalire la recòndita e selvaggia valle, fino a incrociare una prima strada forestale (1220m, 35min.). Ignorata la comoda via e persistendo sull’erto segnavia 403, più in alto intersechiamo una seconda strada forestale che seguendo questa volta verso sinistra, poco più avanti si riallaccia alla carrozzabile della “Val dei Morti” (1450m, 30min.). Dopo aver curiosato un po’ tra i resti della postazione austroungarica (trincee e grotte) e aver dato uno sguardo all’immagine da cartolina con vista sulla val di Ledro, persistendo sul sentiero 403 che qui ricalca il tracciato della carrozzabile e transitando più avanti per malga Trat (1500m, 10min.), ecco che con ultimo strappo guadagniamo la soprastante Bocca di Trat e il vicino rif.Pernici (1600m, 20min.). Oltre a un buon panino, da quassù ci gustiamo uno spettacolare panorama sull’ampia val del Sarca, sui ben noti profili del Pichea, Misone, Stivo e Altissimo, e mentre a sud fa bella mostra un'abbacinante scorcio sul Garda, ecco a nord apparire il piccolo bacino di Molveno, incastonato là, nella conca ai piedi della Paganella. Dopo la breve pausa riprendiamo l’escursione puntando verso sud sul segnavia n°413, che aggirando così il versante orientale del “Dos Dei Seaoi”, più avanti porta alla Bocca di Saval (1740m, 50min), dove rimanendo sempre in tema di “Grande Guerra” scorgiamo i ruderi di un ospedale militare austroungarico. Valicato a questo punto il passo verso ovest e proseguendo per un breve tratto sul sentiero n°454 per malga Saval, risalita poi l’evidente traccia che si stacca sulla nostra destra, più in alto agguantiamo la croce del M.Caret (1793m, 25min.), la massima elevazione odierna. Ritornati a questo punto sui nostri passi, poco sotto scorgiamo l’indicazione per malga Trat “Sentiero delle Vacche”, dove digradando dapprima direttamente giù dal scosceso versante nord e proseguendo poi lungo un più dolce traversone, più in basso ci ritroviamo nuovamente a malga Trat (50min.).
A questo punto dell’escursione, per evitare di ripetere a ritroso la Val da Vai, mantenendoci sulla lunga e più monotona strada asfaltata della “Val dei Morti”, concludiamo il nostro periplo dinanzi al fienile di partenza (ore 1:20).
Dislivello assoluto 850m.
Tempo totale di percorrenza Ore 5.

                                    

Curiosità:
Il macabro toponimo della “Valle dei Morti” risale a una antica battaglia tra Veneziani e Viscontei che ebbe luogo proprio qui nel 1439. In tempi più recenti, nel corso delle prima guerra mondiale la Bocca di Trat, valico tra la val di Ledro e il Basso Sarca, fu presidiata in forze dall’esercito austroungarico, nel 1916 fu comandata dal capitano von Riccabona. Bocca di Saval, fu un centro di grande importanza bellica in quanto sede del Comando del settore austriaco, di un ospedale da campo e punto d’arrivo di varie teleferiche da Campi a Malga Grassi.
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