16/11 giro della Marzola - GrEsGa

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16/11 giro della Marzola

Diario di Bordo > 2018
Trento
Giro della Marzola
16/11/2018
Malgrado l'ingrata giornata non conceda ampi panorami, la nostra camminata lungo il sentiero spartiacque della Marzola ci ha regalato comunque sensazioni stupende, sorprendendoci con caldi colori d’autunno sul versante della Val d’Adige, e con quelli da brivido invernale sulla Valsugana. Una montagna tutto sommato comoda e vicina di casa, un'appetibile meta per tutte le stagioni.
  
Incamminandoci sul sentiero 412 diretto alle cime della Marzola, ben presto lasciamo la radura del rif. Maranza (1050m) per iniziare a risalire su per il boscoso versante con vista sulla val d’Adige, dove accompagnati dall’incessante rumore della trafficata A22 e dal crepitio di foglie secche che ritma i nostri passi, ignorando ad un primo bivio la deviazione nord della carrareccia per malga Nova e facendo lo stesso al successivo di località “Pradei alla Maranza” (1085m, 30min), ecco che d’improvviso il nostro sentiero scompare sotto un’enorme catasta d’alberi rovinosamente caduti gli uni sugli altri, uno scenario apocalittico testimone delle forti raffiche di vento che nel bel mezzo di quest’autunno ha martoriato l’intero arco alpino. Aggirando, scavalcando e passando a carponi sotto i grossi tronchi, fuoriusciti dall’intricato groviglio intercettiamo nuovamente i rassicuranti segni bianco-rossi del nostro sentiero, che transitando per il successivo bivio (1585m, ore1:30) e passando nel frattempo sul versante est della Marzola, ben presto ci porta alla prima meta della giornata, il bivacco Bailoni (1632m, 20min). Ripreso il nostro cammino verso monte, dai caldi colori autunnali d’improvviso ci ritroviamo catapultati in un paesaggio tipicamente invernale, dove la nebbia che costantemente sale dal fondo della Valsugana e la gelida aria che soffia in alta quota, danno vita alla “Galaverna”, una magica alchimia che fa brillare rami, rametti e fili d’erba, una gelida sorpresa che dalla sovrastante cima sud della Marzola (1736m, 20min) ci accompagna lungo tutto il sentiero di cresta che a nord cala poi giù alla sella della Marzola (1692m, 15min). Tralasciata qui la salita alla successiva cima nord e prendendo invece a sinistra il sentiero 411 “tagliafuoco”, proseguendo la nostra marcia sotto cresta lungo il boscoso versante occidentale e approfittando strada facendo di alcuni panoramici varchi per immortalare la Valsugana e il lago di Caldonazzo, ecco che all'estremità nord della lunga dorsale giungiamo al crocevia dei “Stoi del Chegul” (1330m, 45min), posto nei pressi della piazzola d’atterraggio dell’elisoccorso, altro punto di vista sulla Valsugana.
Effettuando a questo punto una decisa inversione di marcia, verso sud imbocchiamo il comodo sentiero 426 “senter delle pegore”, dove immortalando ulteriori scorci sulla val d’Adige e i vivaci colori del bosco, transitando per malga Nova (1210m, 45min) e aggirata in dirittura d’arrivo un’ennesima catasta di tronchi e rami che ancora una volta invade il sentiero, alla fine chiudiamo il nostro periplo al rifugio Maranza (20min.).
Dislivello assoluto 686m.
Tempo di cammino ore 4:15.
Lunghezza tragitto Km 10.
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