23/04 Carega - GrEsGa

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23/04 Carega

Diario di Bordo > 2021
Cima Carega
Il Carega in veste invernale
23-04-2021
Sarà che le mezze stagioni non esistono più, ma ancora una volta siamo qui a fare i conti con una primavera che sa tanto d’inverno. E così, sognando lussureggianti pascoli chiazzati qua e là dai vivaci colori dei fiori alpini, ecco che già al rifugio Revolto (1336m) ci ritroviamo a stampare passo dopo passo le nostre orme nella neve, un costante e ritmato scricchiolio che dalle immacolate distese dell’alpe di Campobrun ci accompagnerà fin sulla cima del Carega, la nostra meta.

Alle spalle della chiesetta alpina la nostra giornata inizia risalendo su per il segnavia 186, un sentiero a tratti gradinato che dopo aver incrociato la carrozzabile che sale dal Revolto, sul lato opposto della stessa riprende subito a impennarsi verso monte fino ad intercettarla una seconda volta, un’ultimo breve tratto prima di giungere al rifugio Pertica (1573m, 30min). Ai piedi dell’imponente falesia non rimane che proseguire a est lungo la rotabile fin qui seguita, un comodo tracciato dalla pendenza ben distribuita dove bypassati un paio di tornanti nel frattempo arriva il momento di calzare i ramponi. Mentre il fondo stradale si copre sempre più di neve e là dinnanzi a noi una fosca nuvolàglia sembra voler rovinarci la giornata, ecco che ancor prima di raggiungere lo Scalorbi (50min) lasciamo la carrabile per risalire la scarpata alla nostra sinistra, una decisa inversione di rotta che va ad intercettare la via maestra per il Carega. Con direzione pressoché nord ora ci ritroviamo a camminare tra le dolci ondulazioni delle “Valbone”, un’ampia e soleggiata conca colma di neve dove sotto un cielo incredibilmente blu non rimane che inseguire le orme di chi ci ha preceduto, e deviando più avanti nell’impluvio che sale a destra, ecco che issandoci su per un brusco cambio di pendenza giungiamo a bocchetta Mosca (2029m, ore1:10). Giusto il tempo per tirare un po' il fiato e immortalare l’impressionante Vajo dei Colori che qui precipita in Vallarsa, e alla nostra sinistra puntiamo dritti verso l’unico elemento che nell’immacolata coltre identifica la vecchia mulattiera d’arroccamento, una caratteristica scultura in pietra posta a margine del lungo traversone che sotto l’incombente parete del Carega porta all’insellatura che separa il monte dal suo poderoso sperone roccioso di sud-est, punto d’unione col sentiero proveniente dalla via ferrata Campalani che lì a destra prosegue per l’ormai vicino Rif. Fraccaroli (2230m). Tra la tentazione di togliere finalmente gli zaini o continuare a camminare, ecco che un’improvviso quanto illusorio squarcio tra le nubi ci convince ad attaccare senza tregua l’erto pendio che porta dritti in vetta al Carega (2259m, ore1:10), una meta già tante volte raggiunta ma che ancora una volta ci accoglie con vento e nuvole, un’ingrata condizione che lascia appena il tempo per una foto sotto la croce prima di calare in picchiata al sottostante rifugio (10min). Tra una ciacola e un morso al panino nel frattempo il sole è tornato a illuminare la cima del monte, un dispetto bell’e buono che sembra fatto apposta per salutarci mentre tornando sui nostri passi andiamo a imboccare la vecchia mulattiera d’arroccamento, la stessa fatta prima in salita che però stavolta abbandoniamo ben presto per digradare giù alla nostra destra, una scoscesa pista innevata che senza passare per Bocchetta Mosca porta ad intercettare ancor più in basso il sentiero principale. Col Carega alle spalle e senza alcun punto di riferimento dinnanzi a noi, la stessa traccia percorsa all’andata sembra ora portare nel nulla, un’incantevole e affascinante viaggio verso l’ignoto dove realtà e immaginazione si confondono, e dove aggirandoci tra le dolci ondulazioni dell’alpeggio nel frattempo andiamo a intercettare nei pressi del Scalorbi nuovamente la forestale risalita al mattino (ore1).
Lasciata l’innocua nuvolàglia e la conca del Scalorbi, a questo punto non resta che seguire integralmente il tracciato della strada, un’agevole e lunga discesa che passando per l’intermedio rifugio Pertica (50min) si conclude giù al Revolto, nostro punto di partenza (20min).
Dislivello assoluto 923m.
Tempo di cammino ore 6.
Lunghezza tragitto Km. 13.
                                      
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