14/08 Punta Vallaccia - GrEsGa

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14/08 Punta Vallaccia

Diario di Bordo > 2019
Val di Fassa
Punta Vallaccia
14/08/2019
Tra una cima dolomitica e una lussureggiante vallata, oggi ci avventuriamo tra gli alpeggi e le vette dei Mozoni, un sottogruppo della Marmolada dove l’assenza d’impianti di risalita e impegnativi dislivelli la rendono poco appetibile alla maggior parte dei turisti, una vera manna per gli escursionisti, che senza rinunciare all’incanto dei monti pallidi possono qui ritrovare la dimensione giusta per piacevoli e tranquille escursioni, anche in piena stagione estiva.    
 
Al ristorante Soldanella (1400m) abbandoniamo subito la strada che attraversa l’intera Val San Nicolò per imboccare alla nostra destra il sentiero che in disparte dal frenetico via e vai dei bus navetta porta comunque a malga Crocefisso (1522m, 30min), dove lasciata definitivamente la valle maestra, a destra prendiamo la forestale che risale nella laterale Valle dei Monzoni (segnavia 603). Rompendo così il fiato su per la prima vera rampa della giornata e transitando nel frattempo per il bivio del Ponte de Ciamp (1737m, 30min), in costante ma più dolce pendenza lungo l’argine del “Ruf di Munciogn” d’improvviso ecco che un vivace scampanellio rompe il silenzio del bosco, è l’inconfondibile armonia che accompagna le mucche al pascolo e annuncia il nostro arrivo nell’ormai vicino alpeggio di malga Monzoni (1792m, 15min), primo imperdibile pitstop della giornata dove tirar fiato e bere un sorso d'acqua. Terminato qui l’asfalto il nostro sentiero prosegue su a monte fino al vicino bivio di “Pian dei Monzoni” (1924m, 20min), dove tralasciata per ora l’indicazione del Vallaccia, con una breve digressione alla nostra sinistra la curiosità ci porta sul terrazzo roccioso del rifugio Taramelli (2046m, 20min), un austero fabbricato in pietra che all’ombra della catena dei Monzoni offre una bella vista sull’alpe e la valle appena risalita. Lasciato il solitario rifugio non resta che ritornare sui nostri passi fino a imboccare la diramazione del segnavia 603B (1990m, 10min), un breve sentiero di raccordo che confluendo sul più marcato 624 prosegue erto su a monte fino ad addolcirsi nel rigoglioso alpeggio di Gardeccia, dove tra vecchi fienili e baite ben presto riprende a salire ancor più tosto fin sulla gobba prativa del rifugio Vallaccia (2275m, 35min). La panoramica vista che in un sol colpo d’occhio qui abbraccia l’intero arco della cresta dei Mozoni fino alla Marmolada, vale ben una sosta nell’accogliente rifugio prima di riprendere la nostra marcia su a monte, dove passando dai prati all’aspro paesaggio roccioso e tralasciando da lì a poco la deviazione destra per  il “Sas da le Undesc”, arrivati sotto l’incombente e rosea parete di Punta Vallaccia a sinistra arranchiamo ora sull’impervio tracciolino che sale alla Forcella della Costella (2510m, 50min), altro crocevia di più sentieri che anticipa l’erto e impietoso strappo finale che alla nostra destra porta sulla vetta di Punta Vallaccia (2637m, 20min), una cima che un po' in disparte e poco frequentata, nella sua solitudine offre un generoso panorama sull’intera Val di Fassa e i più blasonati gruppi dolomitici. Giusto il tempo per la rituale foto di vetta, e ritornati ai piedi della strapiombante parete (20min), ecco che un po' perplessi sul da farsi ma rassicurati dalla fresca vernice bianco rossa del sentiero 615, ci issiamo ora sull’erto e stretto canalino che tra fango e pietrisco risale a Forcella Vallaccia (2580m, 20min). L’impervio canalino appena risalito tutto sommato non è nulla a confronto dell’impressionante colata di ghiaioni e pietre che sotto i nostri piedi scivola giù a valle, infatti senza alternativa alcuna a questo punto non ci resta che digradare direttamente giù nell’insidioso vallone detritico, che stretto tra le pareti di Punta Vallaccia e Sass da le Undesc giù in basso termina nei pressi del bivacco D.Zeni (2100m, 50min).
Un’ultimo sguardo all’impietoso scivolo appena disceso, e proseguendo giù da un tratto attrezzato del sentiero 615, sfiorando il sassoso gretto del Ruf de Vallacia e cercando la traccia che si perde tra alcuni alberi divelti nell’ombra del bosco, ecco che intercettata giù in basso la rassicurante carrareccia risalita al mattino (ore1), a ritroso la nostra avventura si conclude davanti al ristorante Soldanella, nostro punto di partenza (20min).
Dislivello assoluto 1237m.
Tempo di cammino ore 6:30.
Lunghezza tragitto Km 16.       
                                          
Note:
 Lunghezza e dislivelli richiedono tanto fiato e buona gamba, ma il passaggio più impegnativo è senz’altro la salita a Forcella Vallaccia e la seguente discesa del scosceso Vallone di Vallaccia, dove tra pietre che rotolano e piedi che scivolano, bisogna procedere con molta cautela per evitare di scaricare sassi sugli escursionisti sottostanti, e proprio per questo motivo sconsiglierei la percorrenza di questo canalone a comitive particolarmente numerose.
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