3-4/09 Bocchette di Brenta
Diario di Bordo > 2018
Bocchette e rifugi del Brenta.
03/04 settembre 2018
Primo giorno
Sarà maledizione o semplicemente fatalità, ma anche la nostra seconda attraversata delle “Bocchette del Brenta” inizia all’insegna del maltempo. Un’uggiosa e grigia giornata che però non scoraggia l’entusiasmo dell’allegra compagnia.
Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio del rifugio Vallesinella e affidandoci lì al segnavia 317 (1513m), la nostra due giorni inizia subito digradando giù al sottostante
ponticello…niente male come inizio. Ma appena attraversato il torrente, ecco che sull’altra riva ci attende la
salita, e rompendo subito il fiato su per l’opposto versante, tra sterrato e scalini approdiamo al
rif. Casinei (1850m, 45min.), panoramica terrazza con vista sull’Adamello e la Presanella. Fra i diversi sentieri che da qui si diramano in tutte le direzioni, riprendiamo ad arrancare sul
318 per il Brentei e l’Alimonta, e superata nel frattempo la quota dove il bosco cede il passo al tipico paesaggio dolomitico, ignorando strada facendo l’ennesima deviazione per il Tuckett e mantenendoci alti sulla fiancata sinistra della Val di Brenta, ecco che in uscita da un'ennesima curva, il sinuoso
sentiero Bogani ci sorprende con l’incantevole vista sulla Tosa, il Crozzon di Brenta, i campanili Basso e Alto, gli Sfulmini, Cima Armi e la Torre di Brenta, un’idilliaco anfiteatro con al centro la nostra prossima meta, lo storico rifugio Brentei (2182m, ore1:30). Tallonati dalla grigia giornata, con direzione S/E imbocchiamo ora il segnavia
“318A”, e proseguendo così la nostra marcia lungo il
versante sinistro dell’alto impluvio, agevolati strada facendo da un tratto attrezzato e giunti sotto una leggera pioggia alla base del nevaio di Bocca Brenta, balzando tra
grossi massi e calpestando chiazze di neve, senza risalire al sovrastante valico a sinistra giungiamo all’attacco ufficiale della
via ferrata delle Bocchette Centrali (ore1:35). Risalita da subito una prima scaletta e incamminandoci poi lungo un’aerea cengia incisa nella roccia, sorpresi dalla pioggia e da una nevicata fuori stagione ci aggiriamo tra le alte guglie che caratterizzano la catena degli Sfùlmini, e passando accanto a instabili
massi che celati dalla foschia sembrano lì pronti a caderci addosso, lottando nel contempo contro il freddo e la fatica, per esili cenge e aerei passaggi sospesi nel vuoto, infine eccoci all’ultima serie di
scalette che giù in basso atterrano alla
Bocca degli Armi (2749m, ore3).
Terminata così l’impegnativa frazione centrale delle Bocchette, tenendoci bene alla larga dalla colata di pietre recentemente franate dalla Cima delle Armi (inizio delle bocchette Alte) e mordendo con i ramponi l’insidiosa
placca ghiacciata, stanchi e infreddoliti eccoci al sospirato
rifugio Alimonta, (2580m, 40min.), dove dopo la rigenerante doccia e una squisita cena, quattro chiacchere in piacevole
compagnia, e via…su invito del padrone di casa, tutti a dormire!!
Dislivello assoluto 1300m.
Tempo di percorrenza ore 7:30.
Lunghezza tragitto Km15.
Secondo giorno
Non saprei dire se enrosadira o quale altro fenomeno sia, ma il sole che fin dalle prime ore del mattino tinge le
montagne di rosa, come per magia fa presto scordare l’ingrata giornata vissuta ieri e infonde energia, tanta voglia di riprendere il nostro cammino sulla mitica via delle Bocchette del Brenta.
Abbondante colazione, saldato il conto e via…tralasciato l’attacco ufficiale della ferrata delle Bocchette Alte (in fase di ristrutturazione dopo la rovinosa frana d’agosto) e digradando brevemente giù a W dal sentiero 323, poco più sotto invertiamo nuovamente la nostra rotta verso monte sul
sentiero 396, che risalendo l’impervia valle della
vedretta di Brentei, per sfasciumi e salti rocciosi porta all’attacco della
via ferrata Oliva Detassis (40min.), accesso secondario dell’alta via delle Bocchette Alte. Ripide
scale, stretti camminamenti, e tralasciata nel frattempo la
deviazione destra per la “Bocca Bassa di Massodi”, puntando dritti verso il cielo infine ci ritroviamo sul tracciato delle “Bocchette Alte” (50min.). Risalito così il strapiombante spallone dei Massodi e raggiunto su in alto l’ampio
pianoro sommitale, finalmente ci concediamo una sosta contemplativa, dove grazie al cielo terso, oltre che sui monti del circondario e il sottostante lago di Molveno, a sud la vista si spinge fino all’inconfondibile profilo del Baldo e uno spicchio del nostro Garda, la giusta ricompensa dopo tanta fatica. Calando a questo punto giù dalla ripida
“Scala degli Amici” e proseguendo per divertenti passaggi su roccia, issandoci su per altre verticali scalette più avanti ci ritroviamo al cospetto della spettacolare parete sud di
Cima Brenta (3020m), massima quota raggiunta nei nostri due giorni. Proseguendo lungo l’affascinante e ardita cengia incisa nella dirupata parete orientale, ad un certo punto incappiamo in un canalino detritico, dove una frana ha strappato letteralmente il cavo d’acciaio, e così superato in sicurezza con corde e moschettoni l’imprevisto ostacolo, sfilando subito dopo a fianco di una numerosa comitiva di escursionisti provenienti in senso opposto e mantenendoci in quota lungo l’esile cengia, finalmente a nord caliamo ad un
balcone sospeso sopra la Bocca di Tuckett, dove tra salti di roccia e ghiaino, arriviamo alle scalette finali che giù in basso concludono il lungo periplo delle
Bocchette del Brenta (2648m, ore4:30). Giusto il tempo per togliere gli imbraghi, una foto di gruppo, e puntando ora direttamente sui due edifici che si intravvedono all’estremità opposta del lungo vallone, seguendo il sentiero
303 che alto sulla destra orografica dirige ad ovest, procedendo con attenzione su sdrucciolevoli tratti in contropendenza e lasciandoci trasportare dall’immensità del paesaggio di pietra, alla fine eccoci al rifugio Tuckett (2270m, ore1). Tuckett e Qintino Sella, due grandi dell’alpinismo che ben rappresentano lo spirito di questa due giorni tra le guglie del Brenta.
Fatti gli onori alla
cucina del rifugio e l’ennesima foto di gruppo, digradando a questo punto giù a sud sul
sentiero 317 e passando nel frattempo dal mondo minerale a quello vegetale, ecco che a mezza via la nostra discesa s'interrompe al
rifugio Casinei (1850m, ore1), un’ottima occasione per immortalare una grandiosa vista sul dirimpettaio gruppo adamellino prima d'immergerci nel fragoroso carosello delle
Cascate di Vallesinella, un "defaticante" circuito che tra verdi radure,
ponticelli in legno e spumeggianti acque, giù in valle ci riporta al nostro punto di partenza (ore1.).
Dislivello assoluto 1490m.
Tempo di cammino ore 9.
Lunghezza tragitto Km 13.