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20/07 Paganella

Diario di Bordo > 2018
Paganella
“Sentiero e ferrata delle Aquile”
20/07/2018
Trento, dal fondo della Val d’Adige la Paganella cattura la nostra attenzione con la sua verticalità, un mondo a noi proibito ma ottima palestra per rocciatori, dove in passato si sono cimentati veri fuoriclasse dell’alpinismo come Bruno Detassis e Cesare Maestri.

Poco tempo a disposizione e meteo incerto, venendo così meno al nostro spirito viandante e giusto per accorciare i tempi, con la comoda cabinovia da Andalo risaliamo direttamente ai 2125m. della Paganella, dove lasciato il rifugio “La Roda" ci incamminiamo sul viottolo diretto alla vicina selva d'antenne, caratteristica poco edificante per una vetta che nelle giornate terse regala panorami mozzafiato sulle creste del Brenta, la sottostante Val dei Laghi e il nostro Garda. Tralasciato al primo bivio che incontriamo il tracciato della forestale e proseguendo dritti sul segnavia azzurro del sentiero delle Aquile, perdendo gradualmente quota, tra i fitti mughi perveniamo all’inizio della frazione attrezzata della nostra escursione (2060m, 15min.). Lasciata così la sommità del monte, d’improvviso ci ritroviamo a camminare lungo uno stretto ed aereo sentiero inciso nella verticale parete affacciata sulla val dei laghi e la val d’Adige, dove guidati da un cavo d’acciaio che funge da corrimano, invertita la nostra rotta verso nord e sbirciando strada facendo attraverso una curiosa breccia scavata nella roccia “Arco di Tito”, sostando poco dopo nell’altrettanto suggestivo anfratto dove sgorga la benaugurante sorgente della giovinezza, più avanti giungiamo ad un ennesimo crocevia, punto panoramico e inizio dell'impegnativa “Ferrata delle Aquile” (20min.). Se finora la camminata tutto sommato non ha riservato difficoltà particolari, ecco che da qui in poi invece la musica cambia! Infatti, agganciati al cavo di sicurezza e calando giù da un primo dirupo, fin da subito assaporiamo l’ebrezza della fresca aria che risale dal Canalone Battisti, e impegnati a ricercare appoggi e appigli piuttosto che ammirare l'incantevole vista sulla “Val dei Laghi”, poggiando i piedi su esili cenge, chiodi e cambre metalliche, immortalati nel frattempo preziosi fiori alpini e superati in dirittura d’arrivo un paio di ponti sospesi nel vuoto, ecco che risalito con un ultimo adrenalinico strappo lo “Spigolo del Vento”, infine approdiamo sul panoramico pulpito del “Trono dell’Aquila” (2000m, ore1:45), un ardito sperone roccioso proteso sulla Val d’Adige e la città di Trento.
Incalzati a questo punto dai minacciosi tuoni e dalle prime gocce, ripreso il più tranquillo sentiero azzurro che si snoda nel fitto mugo e ripassando nel frattempo per il punto panoramico incrociato nell’andata, ecco che risalita direttamente la brulla pista da scii che rimonta sulla Paganella, sotto una fitta pioggia  alla fine ci rintaniamo nell'affollato rifugio (40min.), dove la meritata sosta rancio non ce la toglie nessuno.
Dislivello assoluto 155m.
Tempo di cammino ore 3.
                                                                        
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