15/08 Sassopiatto
Diario di Bordo > 2019
Val di Fassa
Giro del Sassopiatto
15/08/2019
Inevitabilmente anche sul Col
Rodella, nel cuore delle Dolomiti fassane, difficile poter sfuggire alla calca
dei turisti che da ogni dove arrivano fin quassù per godersi la giornata “clou”
dell’estate e delle meritate ferie. Comunque sia, sperando che tanto caos non
risvegli il gigante Sassolungo e che le Cinque Dita della croda lì vicino non
inizino a schiaffeggiare qualcuno, in compagnia di Giusi, Lorenzo e Mattia, eccoci
qui, pronti a tuffarci nel magico mondo dei giganti di pietra, per immortalare
gli ultimi scorci di questa splendida settimana in Val di Fassa.
A Campitello risaliamo con la cabinovia fin su a Col Rodella (2484m), dove girate le spalle alla stazione e accolti dall’incantevole vista sull’intero gruppo del Sassolungo, la nostra giornata inizia calando giù all’incrocio di forcella Rodella (2318m, 15min). Tralasciato qui il trasversale sentiero 557 “Friedrich August” e imboccata la carrareccia che dritta dinnanzi a noi risale verso le pendici del maestoso gruppo montuoso, ben presto abbandoniamo anche la mulattiera appena intrapresa per abbassarci nella prateria che si estende alla nostra destra, dove camminando liberamente tra preziose erbe di montagna e fischiettanti marmotte, nei pressi di un grosso masso intercettiamo il sentiero 525 che risale da Passo Sella (2370m, 20min). Arrancando a questo punto sul zigzagante sentiero che su per il versante orientale del Saslonch ora punta l’evidente breccia che lo separa dall’adiacente Croda delle Cinque Dita, con le cabine della funivia ciondolanti sulle nostre teste finalmente approdiamo alla Forcella di Sassolungo, dove seduti ad un tavolo dell’affollato rifugio Toni Demetz (2685m, 45min), tra un clic fotografico e l’altro, una tazzina di caffè e una fetta di torta non ce la toglie nessuno. Varcata la soglia che s’affaccia sull’opposto versante, dinnanzi a noi si alza il sipario sul lunare paesaggio di pietra del Vallone di Sassolungo “Dantersasc”, un’incantevole spettacolo della natura che inevitabilmente ha richiamato qui una folla di turisti fin dalle prime ore del mattino, e dove all’ombra delle alte scogliere dolomitiche non resta che digradare a valle seguendo con attenzione il scosceso sentiero che solca l’intero canalone ghiaioso fin giù al rifugio Vicenza (2256m, ore1), una sosta di mezza via dove ammirare in tutta tranquillità la grandiosa vista che dinnanzi a noi si apre sull’Alpe di Siusi e sulle grandiose pareti che alle nostre spalle s’innalzano sempre più verso il cielo. Poco più sotto il nostro sentiero si biforca nelle due direzioni opposte, e tralasciato qui il 525 che a nord aggira il Sassolungo, a sud ora seguiamo l’indicazione del segnavia 527 dell’Alta via dei Ladini. Un comodo sentiero questo, che prima pianeggiante e poi calando ulteriormente di quota tra contorti pini cembri e mucche al pascolo, mostrando prospettive sempre diverse sul versante occidentale dell'intero gruppo nel frattempo risale sul “Piz da Uridl”, un solare balcone prativo dove la panoramica vista che dal Catinaccio spazia fino alle Odle val bene una sosta prima di riprendere la salita sul spallone meridionale del Sassopiatto, e approdare così all’omonimo rifugio (2300m, ore2).
Dopo la meritata sosta rancio riprendiamo il nostro cammino lungo il sentiero che aggira il versante meridionale del maestoso gruppo dolomitico fino alla successiva malga Sassopiatto, dove interrompendo il sentiero “Friedrich August” diretto al Col Rodella deviamo ora giù dal sentiero 533. Un percorso alternativo che senza completare il giro del Sassopiatto ci consente di calare direttamente giù all’imbocco della Val Duron, dove al rifugio Micheluzzi (1860m, ore1) non rimane che ricalcare in discesa la carrozzabile di servizio dei bus navetta per concludere la nostra escursione a Campitello (1448m, 40min.).
Dislivello assoluto 1237m (in salita +1194m).
Tempo di cammino ore 6.
Lunghezza tragitto Km 17.