18/19 luglio Adamello
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Adamello
18/19 Luglio 2015
Primo giorno
Finalmente! grazie all’ottima organizzazione e compagnia degli amici del C.A.I Valpolicella, si è ripresentata l’occasione per una due giorni tra i monti. E così, lasciata la A4 a Brescia ovest, seguendo l'indicazione per il lago d’Iseo e proseguendo poi su per la Val Camonica, giungiamo all’abitato di Sonico, dove abbandonata la valle maestra imbocchiamo alla nostra destra la recondita Val Malga, e percorsa per intero la stretta strada asfaltata, concludiamo il nostro viaggio in auto al Pont de Guat (1528m).
Proseguendo a questo punto a piedi sul stradello (segnavia n°23) inizialmente su fondo selciato e poi per sterrato, in breve giungiamo a
Malga Premassone (1589m, 15min.), ultimo parcheggio utile della vallata, ove ricompattato il numeroso gruppo ufficialmente inizia l’avventura dei due giorni adamellini. Attraversato un ennesimo ponte sul torrente
Rémulo e ignorato il segnavia 13 per lago Baitone, proseguendo sul fondovalle e ritornando più avanti sulla sinistra orografica del corso d’acqua, nel frattempo giungiamo a malga Frino (1695m, 15min.), dove tra le diroccate baite spicca un grosso masso erratico sul quale è posta l'immacolata statua della
Madonna. Discostandoci dalla riva del torrente, sempre su
segnavia 23 iniziamo ad arrancare faticosamente sotto il sole cocente del primo pomeriggio, fino a ritrovarci al cospetto del vertiginoso salto che sbarra la
testata della valle. Il sentiero ora s’innalza ancor più ripido su per la zigzagante ed interminabile serie di ripidi gradoni
“Scale del Miller”, fino a guadagnare la sommità del gradone glaciale e la prateria alpestre della splendida e solare
val del Miller. Attraversando ora agevolmente il verde pianoro e lasciando alla nostra sinistra malga Miller, in breve approdiamo al rifugio
Gnutti (2183m, ore1:30), nostro campo “Base” per la successiva salita alla cima Adamello.
Seduti e rilassati sulla terrazza antistante il rifugio, ci gustiamo il spettacolare panorama sul luminoso anfiteatro delle grigie pareti rocciose che a est circondano il verde pianoro e il suo laghetto, tra le quali spicca la mole del Corno Miller (3373m) e la forcella di passo Adamello. Il tempo al rifugio trascorre tranquillo mentre spaparanzati sotto gli ultimi raggi di sole, tra interessanti nozioni sull’uso di corde e nodi aspettiamo che l’inconfondibile tintinnio della campanella ci avverta che il rancio è pronto.
Dislivello assoluto 655m.
Tempo totale di cammino ore 2.
Secondo Giorno
Al rifugio Gnutti la sveglia squilla di buon mattino, anzi nel pieno dell’oscura notte! Infatti alle 3:30 tutti giù dalle brande, giusto il tempo per una lavata di faccia, un’abbondante colazione, e alle 4:30 zaini in spalla e via, alla conquista di Cima Adamello.
Seguendo sempre le indicazioni del segnavia 23, passando a fianco della chiesetta sotto un cielo punteggiato di stelle e guidati dalla
fiocca luce delle torce elettriche, procediamo su sterrato verso E, fino a scorgere la canalina cementata dell’ENEL, che fungendo da sentiero per un buon tratto ci facilita la camminata. Raggiunta nel frattempo l’area acquitrinosa del
“Pantano del Miller”, calpestando soffici zolle erbose e saltellando su sassi affioranti, ci ritroviamo poi a risalire il ripido pendio della morena pietrosa che alzandosi di quota ci porta all’attacco della via
ferrata Terzulli (3000m, ore2). Nel frattempo i primi raggi del sole hanno iniziato a illuminare le
cime più alte dei monti, e una volta indossato l’imbrago e tutto l’occorrente per l’arrampicata, ordinatamente in fila indiana ci issiamo su per i primi metri di roccia fino ad agguantare la catena di sicurezza, un prezioso filo d'Arianna che da lì in poi, a eccezione di pochi tratti sicuri, ci accompagna fin su al
Passo dell’Adamello (3240m, ore2), dove finita la via ferrata inizia la progressione sulla sconfinata banchisa ghiacciata del
“Pian di Neve”. Legati in cordata a nord ora marciamo ai piedi della lunga schiena morenica di cima Ugolini fino a giungere all’ammasso roccioso dell’anticima, dove slegandoci l'un dall'altro e mantenendoci a rispettosa distanza dall’esposta cresta ovest, tra roccette e ciottoli granitici alla fine agguantiamo l’ambita
cima Adamello (3539m, ore2). La vetta oggi è veramente affollata, e c’è la fila per poter scattare l’immancabile foto di cima e ammirare il maestoso panorama sul sottostante ghiacciaio e la lunga serie di monti che lo circondano (a est individuo facilmente la prospiciente dorsale del Cresta Croce e le tre cime delle Lobbie, già nostra meta nell’estate 2010). Dopo un frugale spuntino e qualche battuta con i numerosi avventori, è giunto il momento di intraprendere la via del rientro fino al passo Adamello, dove ridiscendendo da lì senza non poca difficoltà la via attrezzata Terzulli e riguadagnato giù in basso il vasto ammasso morenico già percorso al mattino, calando sempre più di quota arriviamo in vista dell’intricata ragnatela di
rivoli che irrorano il Pantano del Miller.
Digradando ora giù da un’ultimo salto di massi granitici (vera tortura per ginocchia e caviglie) e atterrati sul soffice tappeto erboso, proseguendo a ritroso sul sentiero 23 torniamo prima al rifugio Gnutti (ore3:30) prima di riprendere la lunga discesa che giù dall’interminabile Scala del Miller ci riporta nel fondo valle, per concludere così la nostra due giorni al Ponte de Guat (ore1:30).
Dislivello assoluto 1356m. (2100m in discesa).
Tempo totale di cammino ore 11.