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01/07 M.Brealone

Diario di Bordo > 2019
Valli Giudicarie
M.Brealone
01/07/2019
Una lussureggiante vallata sospesa in alta quota e solcata per intero dalle spumeggianti acque di un torrente, un vero paradiso terrestre che trasmette tranquillità e benessere, e dove con la bella stagione ecco apparire sulla scena genziane di ogni sorte e rosei cespugli di rododendri, un “giardino segreto” a due passi da Condino, il paese dove abbandonata la trafficata statale delle Valli Giudicarie, con l’auto risaliamo fin su al nostro punto di partenza.

Lasciata l’auto sull’ultimo tornante della strada che risale la Valle Aperta (1470m) e incamminandoci lì lungo la strada stessa, ecco che superata la fascia boschiva più avanti ci ritroviamo nel solare alpeggio di malga Valle Aperta (1535m, 15min), un nome che la dice lunga sulla luminosa vista che tutt’a un tratto si spalanca dinnanzi a noi. Giusto il tempo di guardarci un po' attorno, e ripreso lì il sentiero che contro corrente risale lungo la sponda sinistra del torrente Giulis, tralasciando poco dopo un primo ponticello che sull’altra riva porta ad una pittoresca chiesetta alpina e riservandoci invece più a monte l’attraversamento di un secondo ponte, ecco che riprendendo lì a risalire l’opposta sponda e superato l’erto gradone che a nord chiude l’alto impluvio, su in alto perveniamo all’ingresso della suggestiva Alpe di Bondolo (1830m, ore1), un lussureggiante alpeggio posto ai piedi dei monti Bruffione e Remà. Proprio qui dove il torrente abbandonato il pianoro balza giù nell’alveo della valle appena percorsa, attraversato un’ultimo ponticello riprendiamo subito ad arrancare su per l’opposto versante, e interrompendo la dura salita traversando un’intermedio pianoro sospeso nell’alta Valle Averta, ecco che issandoci poi sempre più faticosamente su per il zigzagante tracciato di un vecchio sentiero militare e senza dar troppo peso alle fosche nubi che sopra le nostre teste danzano tra le cime dei monti, con il fiato corto finalmente approdiamo al Passo di Bruffione (2143m, ore1:05), dove seduti sulle comode panche dell’accogliente bivacco ne approfittiamo per un veloce break. Lasciato alle nostre spalle il bivacco e il strategico valico, mantenendoci in vista della Piana di Bruffione a sud proseguiamo sul sentiero 258, che aggirando agevolmente il fianco occidentale della Pietra di Rasoio più avanti porta ai piedi del Brealone, dove con un’ultimo faticoso strappo sull’erta traccia che bruscamente s’impenna dinnanzi a noi, guidati da ometti di pietra e con le gocce di sudore che bruciano negli occhi, in alto agguantiamo la massima elevazione della giornata (2265m, 30min). Sulla vetta del Brealone stranamente non troviamo nessuna croce, ma il grandioso panorama che sul versante lombardo spazia sulla Val di Bruffione e i suoi monti è quanto di meglio ci si poteva aspettare dopo tanta fatica. Calando a questo punto giù dal versante meridionale e intercettato nel frattempo il sentiero 258, mantenendoci sulla linea di confine trentino/lombardo e costantemente affacciati sulla conca dei laghi di Bruffione, più avanti ci ritroviamo al passo di Brealone (2109m, 25min), altro strategico varco di collegamento tra gli opposti versanti, e ottima occasione per la sosta rancio. Valicando a questo punto sul versante affacciato sulla Valle Aperta e digradando dolcemente giù dal storico e ben mantenuto sentiero militare che traversa l’erboso versante meridionale del Grotta Rossa, ecco che abbandonato più in basso il comodo viottolo e risalito l'erboso dosso alla nostra sinistra, guidati dai ben visibili paletti che spuntano dall’erba e passando strada facendo dal pittoresco bàito di caccia della “Casina däle Pere” (1770m, ore1:10), poco più in basso perveniamo a Malga Serollo (1710m, 15min), ultimo checkpoint della giornata, dove la cortesia del malgaro e la bontà dei suoi prodotti sono un’ottima occasione per l’ennesima sosta.
A questo punto il ritorno è tutto in discesa, infatti pochi metri di strada sterrata, ed ecco che individuate alla nostra sinistra delle malandate indicazioni in legno caliamo giù nel sottostante bosco, dove aggirandoci tra monumentali alberi brutalmente divelti dalla violenta tempesta “Vaia” e lasciandoci guidare da qualche sbiadito colore bianco/rosso, passando strada facendo per i ruderi di Malga Ciocchi giù in basso sbuchiamo direttamente sull’asfalto della strada, proprio là dove la nostra fantastica avventura è iniziata (30min.).
Dislivello assoluto 795m.
Tempo di cammino ore 5:10
Lunghezza tragitto Km 16.
                              
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