18/07 Val di Fumo
Diario di Bordo > 2025
Parco Naturale Adamello Brenta.
Val di Fumo
18/07/2025
Naturale proseguimento dell’alta val Daone e incuneata nel fianco sud orientale dell’Adamello, la Val di Fumo non è certo una meta facile da raggiungere. Un faticoso viaggio in auto che vale comunque la pena d’affrontare, per immergersi in un vero e proprio giardino segreto, dove tra rigogliosi boschi e lussureggianti pascoli solcati dalle cristalline acque del Chiese, si ha la sensazione di essere capitati in uno di quei tanto decantati parchi del Grande Nord.
Dal parcheggio di Malga Bissina (1800m), è sufficiente calare giù nei pressi della grande diga, per incamminarci sull’agevole sterrata che a nord segue la sponda occidentale del lago e risale poi a malga Breguzzo (1826m, ore1), dove tralasciato il ponte che scavalca il Chiese e superato il breve salto roccioso che si fa strada tra i pini mughi, ecco che dinnanzi a noi si spalanca la meravigliosa Val di Fumo. In quest’angolo trentino che sembra appartenere ad un altro mondo, tra scrosciare d’acqua e tranquilli cavalli al pascolo ci ritroviamo così a seguire il segnavia 240, un agevole viottolo per lo più pianeggiante, che sulla destra orografica della vallata e a breve distanza dall’argine del torrente, controcorrente risale verso malga Val di Fumo, una casa in pietra con stalla annessa, e tante mucche beatamente spaparanzate nel prato che si godono il sole. Nel bel mezzo della vallata e della giornata, sarà il ruminare delle mucche o l’invitante profumino che alleggia nell’aria, fatto sta che attraversato il ponte lì vicino, come segugi che hanno fiutato la traccia ci lasciamo guidare dalla profumata scia che al di là del torrente porta dritti al rifugio Val di Fumo e alla sua cucina (1918m, ore1:15), posto e momento giusto per la sosta di mezzogiorno. Accomodati a uno dei tavoli all’esterno del rifugio, con l’intera vallata ai nostri piedi e il grandioso anfiteatro di cime adamelline a far da sfondo, arriva ben presto il momento di rimettere gli zaini in spalla e riprendere al di là del ponte il sentiero prima interrotto, dove senza meta e tanto meno tempi da rispettare, sfiorando l’argine del torrente e incrociando strada facendo altri cavalli e mucche al pascolo che sembrano non soffrire di alcun stress da stalla o altro, nel frattempo arriviamo in località Cuai da Vich (2006m, 25min), un punto come un altro al centro della vallata, dove l’ennesimo ponte suggerisce il strategico giro di boa. Con un’inversione di rotta di 180°, arriva così il momento del rientro rimanendo stavolta sul sentiero che corre lungo la sinistra orografica. Un percorso speculare a quello dell’andata, dove passando ai piedi del rifugio (25min) e tralasciando strada facendo la deviazione sinistra per il Passo di San Valentino, tra schiumeggianti cascatelle e cristalline pozze d’acqua arriviamo alla fine della vallata, dove al di là dell’ultimo ponticello della giornata ci ritroviamo nuovamente dinnanzi a malga Breguzzo (55min).
Lasciandoci alle spalle quest’angolo di paradiso per fortuna ancora poco conosciuto, non rimane che ripercorrere a ritroso il medesimo lungolago fatto all’andata, per terminare così in bellezza e senza fatica nel parcheggio di Malga Bissina (ore1).
Dislivello assoluto 206m. (↑272m, ↓277m).
Tempo di cammino ore 5:00.
Lunghezza tragitto Km 18.