04/07 Sassolungo
Diario di Bordo > 2025
Gruppo del Sassolungo
Passo Sella→ Santa Cristina Val Gardena
04/07/2025
Nel cuore delle Dolomiti, proprio lì dove la Valgardena e quella di Fassa s’incontrano, il Passo Sella non ha certo bisogno di pubblicità. Infatti, d’inverno per le rinomate piste da scii e d’estate per i numerosi sentieri che si prestano a qualsiasi grado di difficoltà, qui i turisti non mancano mai. Uno scotto da pagare per un posto così esclusivo, dove in un sol colpo d’occhio va in scena l’intero arcipelago dolomitico.
Dinnanzi al rifugio Passo Sella (2180m) la giornata inizia seguendo il segnavia 525, una stradina sterrata che dall’affollato parcheggio punta dritto ai piedi del Sassolungo, la montagna simbolo della Valgardena che assieme all’intermedio Sasso Levante e le affusolate “Cinque Dita” lì attaccate, fa da contraltare al più meridionale Sassopiatto. Con gli inconfondibili gruppi del Sella, Pordoi e Marmolada alle nostre spalle, dritti dinnanzi a noi non resta che arrancare verso monte, una salita che si fa via via sempre più ripida, mentre con le cabine dell’impianto di risalita che ciondolano sulla testa, tra magre zolle erbose e gradoni rocciosi ci ritroviamo a immortalare qualche prezioso fiore alpino, ottima scusa questa per tirar fiato, prima d’affrontare i stretti zigzag finali che arrampicano fin al rifugio Toni Demez (2685m, ore1:30), una terrazza con esclusiva vista sul meraviglioso arcipelago dolomitico che fa presto dimenticare sia salita che fatica. Stretti tra il Sassolungo e la croda delle Cinque Dita, non resta che affacciarci ora sull’opposto versante, dove scattata l’immancabile foto ricordo, eccoci pronti a imboccare lo scosceso canalone che tra accumuli di neve e sfasciumi, con vista sull’Alpe di Siusi atterra direttamente al sottostante rifugio Vicenza (2253m, 30min), un caratteristico fabbricato in pietra locale che lì a ridosso del Sassopiatto ben si mimetizza con la parete nord dello stesso. Sulla panoramica terrazza nemmeno la calca dei numerosi avventori ci impedisce di trovare posto attorno ad un tavolo e fare gli onori alla cucina di casa, prima di rimettere gli zaini in spalla e riprendere l’interminabile discesa, una scoscesa e sdrucciolevole traccia che sempre nel solco del canalone più in basso incrocia i segnavia 526 e 527 (2150m, 30min), il trasversale sentiero che a destra completa il giro del Sassolungo, e a sinistra circumnaviga attorno al Sassopiatto. Tralasciando le due invitanti deviazioni e persistendo sul segnavia fin qui seguito, tra balze erbose e rado lariceto proseguiamo in discesa fin ad attraversare un bel boschetto e atterrare così tra i lussureggianti pascoli del “Plan de Cunfin”, dove con il grandioso anfiteatro dolomitico del Sassolungo ormai alle spalle, basta seguire il comodo stradello sterrato per arrivare senza fatica nell’ameno pianoro del monte Pana (1600m, ore1:30), paradiso dello scii invernale e ideale posto di villeggiatura estivo che sembra fatto apposta per l’ennesima sosta.
Ricompattato il gruppo e con la Valgardena ben in vista sotto di noi, non resta che seguire senza tentennamenti la pista sterrata che parallela alla strada scivola direttamente giù in vallata, una scoscesa e veloce discesa che tra le vie di Santa Cristina si conclude in bellezza davanti al bel presepe permanente che sta proprio difronte al nostro parcheggio di partenza (30min).Dislivello assoluto 1257m. (↑522m, ↓1293m).
Tempo di cammino ore 4:30.
Lunghezza tragitto Km 12.