22/10 Dosso Alto - GrEsGa

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22/10 Dosso Alto

Diario di Bordo > 2011
Valsabbia
Dosso Alto
22/10/2011

Raggiunto il lago d’Idro arriviamo ad Anfo, dove abbandonata la val Sabbia imbocchiamo la strada del "Baremone", un'erta e tortuosa salita che a quota 1500 metri circa interrompiamo per dare inizio alla nostra nuova avventura tra i monti bresciani.

Percorse poche decine di metri ci addentriamo in una serie di due buie gallerie per poi ritrovarci all’aperto a camminare sullo sterrato, dove proseguendo sempre sulla carrozzabile verso ovest e transitando nel frattempo d’innanzi al rifugio Rosa al Baremone, più avanti giungiamo alla quota limite dove l’abete cede il posto al mugo e alla prateria alpina. Qui oltre la vegetazione anche il paesaggio muta drasticamente, infatti la fatata “galaverna” ha ricoperto con cristallini addobbi gli aghi dei pini e i fili d’erba, dando un pizzico di allegria a questa malinconica giornata autunnale. Muovendoci infreddoliti in questo misterioso paesaggio raggiungiamo il Passo di Dosso Alto (1674m, ore1), uno strategico valico stretto tra le due massime elevazioni del gruppo “Triumpino”, dove deviando alla nostra sinistra sud per la Corna Blacca e giunti nel frattempo al Passo delle Portole e al vicino rif.Tita Secchi (1726m, 10min.), causa l'impietosa nebbia dobbiamo rinunciare alla salita della Corna Blacca. Ritornati così a malincuore sui nostri passi fin al sottostante passo, cambiando meta e direzione, a nord tentiamo la salita sul dirimpettaio versante del Dosso Alto, ma niente da fare, infatti per quanto acceleriamo il passo su per l'erboso pendio, alla fine la nebbia che sale velocemente da valle arriva alla croce di vetta ben prima di noi (2065m, 55min.). Scrutando sconsolati l’orizzonte e accontentandoci di un timido spiraglio di sole che per un istante ha illuminato la sottostante Valtrompia, non possiamo far altro che scattare la rituale foto ricordo e ridiscendere giù a nord dal sentiero di cresta, per poi abbandonarlo e digradare più velocemente sull’erboso pendio orientale fino ad una diroccata malga, dove riparati dalla gelida brezza ci concediamo una pausa (20min.).
Abbandonata la malga ci allontaniamo ora verso sud seguendo l'evidente traccia che taglia orizzontalmente il fianco del monte, fino alla sottostante malga Dosso Alto, dove riguadagnata la vicina carrozzabile del Baremone (35min.), non ci rimane che ricalcare a ritroso le nostre stesse orme fin giù, al nostro punto di partenza (40min.).
Dislivello assoluto  565 m.
Tempo totale di percorrenza ore 3:40.
                                         

Curiosità:
La Galaverna ha bisogno di determinate caratteristiche non sempre così facili da ottenere, prima tra tutte ci deve essere nebbia, quindi nuvolosità di tipo basso, in secondo luogo c’è bisogno di una temperatura negativa, in terzo luogo ma questa condizione è la meno importante, ci vuole una certa bava di vento, avendo queste tre caratteristiche si può dare il via allo spettacolo bianco; le microscopiche goccioline d’acqua che formano la nebbia, sospinte dal vento impattano contro gli oggetti che si trovano davanti ad esempio, alberi, rami, foglie ecc…e grazie alla temperatura negativa si depositano cristallizzandosi, questo deposito di ghiaccio aumenta fino a che le condizioni di temperatura e umidità lo consento, naturalmente maggiore è la durata e maggiore sarà lo spettacolo.
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