21/08 Conca Meranese - GrEsGa

Vai ai contenuti
Privacy e Cookies Policy

21/08 Conca Meranese

Diario di Bordo > 2025
Conca Meranese
Lungo il “Waalwege” da Parcines a Merano.
21/08/2025
Per lo stesso motivo del mese scorso, sotto un cielo grigio e minaccioso anche stamane l’uscita sull’Alta Via della Val Venosta sembra proprio che non si debba fare. Ma con la macchina organizzativa del CAI di San Pietro in Cariano già ben avviata stavolta non ci si scappa. E così in bella compagnia, lì in pullman verso Bolzano ecco sbucare dal magico cilindro dei nostri capi gita il piano “B”. Una variazione di programma che accorciando tempi e dislivelli ci porterà in quel di Parcines, dove una passeggiata più tranquilla e sicura già incuriosisce.

Dal parcheggio di Parcines (626m), in ordinata fila indiana risaliamo brevemente nella parte alta del paese, dove dinnanzi alla chiesa parrocchiale infiliamo la via che a est esce dall’abitato e s’avvia poi tra i campi coltivati a meleti e vigneti. Immersi in questo paesaggio bucolico d’altri tempi dove anche le nuvole hanno il loro fascino, incrociando strada facendo qualche trattore o qualche rara auto nel frattempo sfiliamo dinnanzi a evocativi capitelli votivi, una sorta di “Via Crucis” che invita a rallentare il passo e prendersi un po’ di tempo per ammirare la sottostante valle e i suoi centri abitati, mentre guadato un torrente e proseguendo senza indugi sul stradello che affacciato a mezzogiorno corre alto sulla conca di Merano, più avanti ancora arriviamo tra le abitazioni di Oberplas e alla chiesa di Sant’Ulderico (550m, ore1:10), una pittoresca chiesetta in stile neogotico che lì tra le vigne sembra appartenere a un altro mondo. Con le ultime abitazioni di Oberplas ormai alle spalle, ecco che d’improvviso ci ritroviamo a camminare a fianco della roggia di Lagundo, uno dei tanti storici canali irrigui della zona che ancora oggi assicurano la giusta quantità d’acqua a frutteti e vigneti, e che con il suo melodico gorgoglio fa da sottofondo alla bellezza del paesaggio che sta intorno. In questo teatro a cielo aperto, infilando bassi pergolati e affacciandoci subito dopo al mosaico di campi che digradano giù in vallata, trasportati dall’incessante scorrere dell’acqua nel frattempo scavalchiamo il traballante ponte sospeso sul Rio Grabbach, prima di proseguire dritti fin là dove la suggestiva “Waalwege” incrocia la strada che sale da fondovalle. Abbandonata così la “Via d’acqua” e passando dal viottolo sterrato al meno romantico nastro d’asfalto, dritti dinnanzi a noi proseguiamo sul lungo e panoramico traversone fin a intercettare stavolta la scalinata che verso monte sale a Castel Fontana, l’antico maniero di “Brunnenburg” che da lassù sorveglia il comprensorio ancora oggi conosciuto come “Brurgraviato” (460m, ore1:10). Poggiato così il piede sul primo gradino dell’erta scalinata, passo dopo passo non resta che arrancare su per la prima vera salita della giornata, una dura prova per fiato e gambe che ancora più in su di Castel Fontana prosegue fin nel centro storico di Tirolo (594m, 30min), un nome questo che identifica sia l’amena cittadina che il vicino castello, e dove facendoci strada nel viavai di turisti che affollano le strette viuzze, ben presto ci ritroviamo nel piccolo parco che lì a fianco della chiesa parrocchiale sembra fatto apposta per la sosta rancio. Chi seduto sulle panchine a consumare il suo spuntino, e chi invece a gironzolare per viuzze e piazzette, fatto sta che ben affacciati sulla conca di Merano c’è tutto il tempo necessario per godere dei primi raggi di sole della giornata, prima di ricompattare il gruppo e avviarci direttamente sulla strada principale che scende giù in vallata.
Ed è così che in ordinata fila indiana, lungo il marciapiede della strada maestra ben presto deviamo a destra su una meno trafficata via secondaria, dove gli immancabili segnavia bianco-rossi portano a intercettare ancor più in basso il tratto finale del sentiero “Tappeinerweg”, un breve tratto gradinato che tra le vie di Merano termina proprio nella piazzetta alle spalle del magnifico duomo, dove manco a farlo apposta ecco apparire l’iconica figura di San Cristoforo, il santo protettore di pellegrini e viandanti che lì in bella vista sulla facciata della cappella di Santa Barbara sembra tener conto di tutti quanti passano per la piazza (325m, 50min).
Dislivello assoluto 300m (↑218m, ↓563m).
Tempo di cammino ore 3:40.
Lunghezza tragitto Km 12.
                                             
Torna ai contenuti