18/09 Canyon della Sorna
Diario di Bordo > 2025
Monte Baldo
Le miniere della Sorna
18/09/2025
Sospeso tra il monte Baldo e la Val Lagarina, l’altopiano di Brentonico è da sempre sinonimo di tranquille escursioni e paradiso dello scii. Ma lì nell’ombra dell’Altissimo di Nago, come una profonda ferita incisa nella terra il “Canyon della Sorna” ci sorprende con le sue pareti scolpite dal tempo e dall’acqua. Un ambiente a dir poco primordiale che oltre l’origine del mondo, ancora oggi custodisce le testimonianze di antichi mestieri.
Invece d’arrampicare su per qualche erto pendio, eccoci qui tra le abitazioni della piccola contrada di Zembrae (450m) a calare fin da subito sull’acciottolata e scivolosa mulattiera che nel bel mezzo del bosco porta dritti al primo bivio del giorno (20min), dove con una breve digressione alla nostra destra risaliamo alla suggestiva grotta della “Madonna del Pontirol”, una chicca sull’itinerario che merita senz’altro uno sguardo prima di tornare sul circuito per le “miniere della Sorna”. Ed è così che nell’ombra del bosco, passando dallo sterrato al tratto gradinato c’immergiamo sempre più nell’oscura forra del torrente Sorna. Un affascinante paesaggio da foresta tropicale dove tra muschio, felci e scrosciare d’acqua proseguiamo sul sentiero che a ridosso delle aggettanti pareti porta nel frattempo ad attraversare una passerella sul torrente, un suggestivo passaggio questo dove poter ammirare spumeggianti cascatelle e cristalline pozze, mentre discesa da lì a poco una verticale scaletta, ecco che il sentiero sempre più stretto e angusto porta dritti all’imbocco della miniera, un buio tunnel dal basso soffitto che ben testimonia il duro lavoro di quanti qui per vivere strappavano il carbone a forza di braccia e piccone. Giusto il tempo di respirare un po’ d’aria di miniera, e proseguendo paralleli al corso d’acqua arriviamo là dove difronte a un guado ogni traccia si perde nella selvaggia vegetazione, quota minima dell’intero itinerario dove al dubbio su quel che ci aspetta preferiamo la certezza del sentiero già fatto (270m, 30min). Ed è così che rinunciando a malincuore al fascino dell’avventura, sotto il timoroso sguardo di raganelle e salamandre risaliamo controcorrente fin su al primo bivio incontrato al mattino, dove stavolta senza tentennamenti prendiamo l’indicazione per il vicino “Pont del Diaol” (320m, 40min), un arco in pietra a tutto sesto che lì sospeso sull’oscuro orrido non poteva che essere opera di un essere diabolico. Sarà l’aura mistica che questo luogo emana, oppure semplicemente l’ora ancora favorevole, fatto sta che invece di risalire al nostro punto di partenza, al di là del ponte proseguiamo sul stradello che a destra sale nel bosco fin a sbucare ai piedi dell’abitato di Cazzano (460m, 25min), fortunata frazione di Brentonico baciata dal sole che dall’alto del suo dosso sorveglia l’ordinata distesa di vigneti e frutteti che s’affacciano a mezzogiorno. Rimanendo sotto l’abitato di Cazzano e senza mai abbandonare l’indicazione del “sentiero della Sorna”, a sinistra proseguiamo ora sul stradello cementato che fiancheggiato da un muretto a secco s’infila poi nuovamente nel bosco, un nuovo cambio di scenario dove al di là di un guado ci attende la breve deviazione per il vicino “Pont dei Tani”, altro suggestivo ponte che ancora oggi collega efficacemente le opposte sponde del Sorna (320m, 20min). Soddisfatta la curiosità, torniamo brevemente sui nostri passi per riprendere la pista che sale a Cornè (466m, 20min), altro solare centro abitato dell’altopiano da considerare come ideale punto di partenza per una futura escursione nel canyon della Sorna.
A questo punto della giornata, lì nell’ampio parcheggio della parrocchiale non resta che incamminarci lungo la strada provinciale, un tranquillo nastro d’asfalto che costeggiando dall’alto il bordo della forra permette di tornare in bellezza al punto di partenza (15min).
Dislivello assoluto 180m (↑357m, ↓351m).
Tempo di cammino ore 2:50.
Lunghezza tragitto Km 7.
Note:
Prima di tutto mi raccomando di non intraprendere questa escursione con cattivo tempo o dopo forti piogge. Inoltre non lasciatevi ingannare dalla brevità di questa escursione, infatti se per arrivare al Pont del Diaol (da Cornè o da Zembrae) non abbiamo notato difficoltà particolari, ecco che da lì in poi la discesa nella forra richiede qualche attenzione in più.
Per un giro più completo e sicuro vi consiglio vivamente di aderire a una delle tante escursioni che nella bella stagione vengono organizzate dalle guide escursionistiche della zona.